che è diventato un grande AVVENIMENTO
“Settembre andiamo, è tempo di … festa!” -.. Saccheggio un po’ i versi del D’Annunzio che, alla fine della poesia si lagna.. .”ah perché non sono io con i miei pastori?
Il poeta, infatti, contempla lo spettacolo della transumanza ma lo fa “da fuori”, non “da dentro” e questo non gli da alcuna felicità. E’ un grande poeta ma non è contento. Sa scrivere bene ma non sa entrare nella semplicità della vita. I prati dell’autunno, ondanti al vento, umidi e odorosi, che raccolgono il calpestio delle greggi non accolgono il piede del poeta, che se ne sta solitario e infelice, consumato da se stesso.
Noi, invece, la Festa del Riso – appuntamento desiderato dei tempi settembrini in cui si torna all’impegno – la vogliamo proprio vivere “da dentro”, perché si tratta di un evento che sentiamo intensamente e che vogliamo accompagnare con simpatia e spontaneo sostegno. Grumolo, infatti, durante la Festa che gli è profondamente propria, in sintonia con il territorio e la storia, comunica una delle sue immagini più belle, mediante i valori insostituibili della collaborazione, dell’accoglienza e dell’impegno. Sono felice di rinnovare i ringraziamenti al Comitato e a tutti coloro che in qualche modo si lasciano coinvolgere nella preparazione. Quest’anno se ne celebra, fra l’altro, la 30° edizione! Un percorso straordinario! Pur non conoscendoli tutti, vorrei far giungere un pensiero e un ringraziamento a coloro che ne sono stati i promotori e gli iniziatori dalle origini. Un impulso di generosità e servizio che è diventato un grande avvenimento che deve continuare a crescere.
E questa 30° edizione coincide col “Giubileo della misericordia” voluto da Papa Francesco che dice, fra l’altro: “la misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potrebbe mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano!”
La Festa del Riso, bisogna ricordarlo, si dispiega attorno a Sagrato della Chiesa, ma soprattutto intorno alla Domenica, giorno di Gesù Risorto. La Domenica della vita nuova che a noi cristiani si manifesta in tutta la sua chiarezza. Prima di Cristo il tempo era come un’attesa: ora “il tempo è compiuto!”.
La S. Messa solenne alimenta – tra le altre cose – le radici cristiane delle relazioni fraterne.
Il Catechismo al n.2643 dice: “L’Eucaristia contiene ed esprime tutte le forme di preghiera: è «l’oblazione pura» di tutto il corpo di Cristo a gloria del suo nome. Secondo le tradizioni d’Oriente e d’Occidente, essa è il «sacrificio di lode».”
E S. Paolo aggiunge, a proposito delle esperienze ordinarie della vita: “sia che mangiate, sia che beviate sia, che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio!” (1° Cor 10).
Molti festeggiano “per dimenticare” o “per distrarsi”. O manifestano il bisogno di “evadere”. Da cui l’imporsi, a tutti i livelli, della grande “industria dell’evasone”. Noi cristiani, invece, accogliamo la festa “per ricordare” e “per rafforzare” le relazioni e tutto il resto – anche la fatica del lavoro – alla luce della presenza del Signore.
E così attorno all’Eucaristia la festa raggiunge il suo senso pieno, che è quello dì “rendere grazie”: più importante di tutto è… Colui che ha creato tutto. Celebrare è porre dei gesti simbolici. Cioè azioni che non esauriscono il loro significato in se stesse, in ciò che si fa materialmente, ma hanno un senso che va al di là di ciò che si fa e si vede. Sono dei segni: gesti che si compiono per aiutarci ad andare oltre, semplicemente perché sentiamo che il valore dell’uomo non si esaurisce nel presente.
Celebrare la Messa è porre (ed accogliere) i gesti decisi da Gesù “fate questo in memoria di me!”. Facendo così Gesù ci consegna al servizio dell’annuncio della vita senza fine: la risurrezione!
Con questi sentimenti, con la gioia del Giubileo, ritroviamoci tutti alla Festa del Riso 2016!
Il parroco, don Giuseppe